Iniziano ufficialmente le riprese di un progetto cinematografico intriso di emozioni profonde e intrecci familiari. “Prima la vita”, l’opera autobiografica firmata da Francesca Comencini, prende vita sul set a Roma a partire dal 28 agosto, segnando un momento significativo nella carriera del regista.
Nel cuore di questa pellicola batte il legame tra un padre e sua figlia, intrecciato attraverso gli intricati sentieri degli anni di piombo e la cosiddetta “generazione scomparsa”. Francesca Comencini, con una raffinata sensibilità artistica, getta uno sguardo ravvicinato sulle sfumature della vita e del cinema, tessendo una narrazione intima e coinvolgente.
L’opera cinematografica vede protagonisti Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano, due talenti che si calano con profondità nei panni dei personaggi centrali. Il progetto è una collaborazione tra Kavac Film, IBC Movie, One art e Rai Cinema, con la co-produzione dei rinomati Les Films du Worso, portando così una dimensione internazionale a questa creazione. Dietro le quinte, le menti creative di Simone Gattoni, Beppe Caschetto e Bruno Benetti guidano la produzione, con la preziosa partecipazione di Sylvie Pialat.
In un’affermazione carica di significato, Francesca Comencini spiega: “Questo film è il racconto molto personale di momenti vissuti con mio padre, emersi nitidi dai ricordi e rimasti vividi e intatti nella mia mente, come stanze poetiche chiuse in sé.” È proprio in questa intimità che il cinema trova il suo ruolo, come costante compagna di padre e figlia, come passione, scelta di vita e modo di interpretare il mondo.
L’opera si snoda nel contesto storico degli anni di piombo, un’epoca di travagli politici, stragi, rivoluzioni sociali e profonde trasformazioni. Questo sfondo agisce quasi come un personaggio stesso, modellando e plasmando le vite delle generazioni coinvolte, una di esse segnata in modo indelebile dall’emergere dell’eroina.
Con “Prima la vita”, Francesca Comencini dipinge una tela cinematografica che trascende il personale per abbracciare l’universale. Il film promette di offrire uno sguardo autentico sulle relazioni familiari, sull’influenza dei contesti storici e sulla potenza del cinema nel catturare la complessità umana. Con le telecamere che ora iniziano a girare, si apre un nuovo capitolo nella narrazione, e gli spettatori possono assistere a un’esperienza coinvolgente e riflessa che fonde passato, presente e futuro in un unico, avvincente racconto.